Comunicato del MoVimento 5 Stelle di Montepulciano sulla vicenda della mensa scolastica

M5S 

 

Interveniamo solo adesso sulle vicende che riguardano la questione mensa scolastica e la cosiddetta ”protesta del panino”, che ha visto un fervente dibattito in questi ultimi giorni e che sta portando l’attenzione, a nostro avviso, lontano dal fulcro vero del problema. Abbiamo volutamente aspettato ad intervenire perché speravamo che l’amministrazione fosse in grado di affrontare la vicenda nel modo corretto. Così non è stato.

Cerchiamo di ricostruire sinteticamente i fatti. Il giorno 19 Ottobre 2017, presso la mensa del plesso scolastico di Montepulciano, è stata somministrata della pasta infestata da “parassiti”.

Avvisata dell’accaduto, l’Assessore ha gestito la vicenda affidandosi, a quanto pare, ai controlli che la Vivenda stessa ha fatto fare ad una società di propria fiducia. Ci chiediamo: sono stati prelevati dei campioni? Sono stati fatti dei tamponi? Sono state scattate delle foto?

Dai risultati delle analisi emergerebbe che “non c’è da preoccuparsi per la salute di chi ha ingerito gli insetti e che addirittura questi sono commestibili….”. (cit. Assessore Profili).

Qualche giorno dopo sono stati finalmente interpellati gli organi della USL competente che ha eseguito dei controlli. Ci chiediamo: ma i campioni di pasta somministrata erano ancora reperibili? No, come riferisce il Nucleo di Valutazione Mensa.

Infine apprendiamo che l’assessore, con alcune persone, non si sa se rappresentanti dei genitori, o membri del Nucleo Valutazione Mensa o genitori scelti arbitrariamente, ha visitato un refettorio. E fin qui non sono stati resi noti i riscontri della visita.

Per chi non lo sapesse, gli insetti nella pasta vengono dalle uova che l’insetto-genitore ha deposto tra i chicchi della spiga di grano, e queste uova microscopiche sopravvivono al processo di produzione della pasta poiché, per non snaturare il prodotto, non si possono raggiungere le temperature che distruggerebbero le uova. Pertanto non dobbiamo stupirci se sono presenti le uova nella pasta, poiché non è possibile eliminarle se non chimicamente, ma questa sarebbe una soluzione peggiore del male. Questo non vuol dire che dobbiamo rassegnarci a mangiare parassiti nella pasta, al contrario.

Poiché tale problematica è perfettamente nota a tutti gli addetti ai lavori, questi ultimi debbono prevedere opportuni metodi di conservazione delle derrate alimentari in termini di temperatura e umidità, oltre che di pulizia, e procedure che impediscano alle uova, eventualmente presenti, di schiudersi. Questo non basta, devono essere presenti criteri di autocontrollo, atti a rilevare se eventuali errori nella conservazione abbiano permesso la schiusa dei parassiti.

Riportiamo quanto emerso da un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sugli insetti infestanti le derrate alimentari, perché traccia un quadro sufficientemente chiaro sull’argomento:

“Le derrate alimentari sia di origine animale che di origine vegetale spesso subiscono l’attacco di numerose specie di artropodi infestanti (insetti, acari) che, oltre a costituire un serio problema dal punto di vista igienico-sanitario, possono causare alterazioni dei caratteri organolettici tali da rendere le derrate stesse non idonee al consumo.

La presenza di artropodi negli alimenti può causare anche seri danni per la salute umana. È stato dimostrato, infatti, che l’ingestione di parassiti può provocare allergie di varia natura, essere fonte di sostanze oncogene (chinoni e nitrogeni, metaboliti della cuticola degli insetti), essere causa di disturbi digestivi e di lesioni di diversa entità alla mucosa intestinale, in particolare ai villi e, infine, veicolare e trasmettere patogeni di varia natura. Gli artropodi, inoltre, favoriscono i processi di fermentazione e decomposizione delle sostanze alimentari.”

Invitiamo pertanto l’assessore a NON MINIMIZZARE l’accaduto dicendo che gli insetti erano commestibili.

Appare evidente che la vicenda è stata gestita in modo perlomeno dilettantistico dall’amministrazione comunale.

Di fronte ad una infrazione di standard igienici sanitari non è stata avvisata immediatamente l’autorità competente per prelevare i campioni di cibo, allo scopo di effettuare le dovute analisi per garantire il diritto alla salute e all’informazione.

E’ questo il modo di tutelare gli interessi dei cittadini? E se qualche bambino avesse manifestato delle reazioni allergiche, disturbi digestivi o altro, i genitori come avrebbero potuto far valere i propri diritti, di fronte ad un giudice, senza avere in mano nessun rapporto dell’USL?  

Nel capitolato speciale d’appalto per il servizio di refezione scolastica si precisa che la pasta non deve contenere parassiti (come previsto dalla legge n. 283 del 1962, art. 5, comma d), e in caso di infrazione di tale standard igienico-sanitario si prevede l’applicazione di una penalità da 1000 a 10.000 euro.

Come pensa l’amministrazione di gestire tale contestazione e tutelare gli interessi dei cittadini, senza avere in mano uno “straccio” di valutazione tecnica di un ente terzo (USL)? Intende basarsi sulle valutazioni tecniche di parte fornite dalla Vivenda? Come è possibile, di fronte ad un evidente caso di inadempienza contrattuale, affidare alla controparte l’incarico di stabilire l’entità delle proprie responsabilità?

Come può un assessore all’istruzione essere così incompetente e ritenersi giustificata perché “non le era mai capitata una cosa del genere prima”? E’ inutile scrivere un capitolato di appalto in cui si prescrive il rispetto di certi standard igienico sanitari se, quando necessario, non si attivano immediatamente tutti gli organi terzi di controllo competenti in materia.

Vogliamo inoltre ricordare che, soprattutto quando si esternalizzano i servizi, l’amministrazione, ente regolatore e controllore, deve assumersi l’onere di effettuare tutti i controlli del caso, anche e soprattutto usufruendo di quegli organi partecipativi, come il Nucleo Valutazione Mensa. Ma questo concetto, ahinoi, non sembra molto chiaro all’amministrazione comunale! Questa affermazione deriva dal fatto che, in occasione della stesura del regolamento del Nucleo Valutazione Mensa, nonostante la forte protesta del Movimento 5 Stelle e nonostante il capitolato d’appalto non lo prevedesse, la maggioranza ha imposto l’obbligo di preannunciare le proprie visite ispettive (art.5). Ribadiamo ancora: che senso ha fare delle visite ispettive preannunciate? Un Nucleo Valutazione Mensa che non possa fare visite a sorpresa perde, di fatto, la sua funzione originaria.

A questo punto, seppure con estremo ritardo, auspichiamo che l’amministrazione avvii  un’indagine con l’ausilio del Nucleo Valutazione Mensa per accertare le eventuali responsabilità nella vicenda, non allo scopo di trovare un capro espiatorio in qualche lavoratore, come sembra stia accadendo, ma per capire se esistono lacune nelle procedure interne di controllo della Vivenda e/o dell’amministrazione stessa, affinché tali episodi non si ripetano più.

Abbiamo appreso inoltre, che la cattiva gestione dell’accaduto, in una scuola, ha spinto alcuni genitori, come forma di protesta legittima, a non fa mangiare i propri figli a mensa, che pertanto portano con sé il pranzo da casa. I bambini, per consumare il proprio pasto, vengono accompagnati in un altro istituto e poi ritornano, poiché sembra che motivi burocratici impedirebbero agli stessi di mangiare il proprio pasto nella sala mensa del loro istituto. Invitiamo l’amministrazione ad occuparsi della questione tenendo conto della nota ministeriale del 3/3/17 indirizzata agli uffici scolastici regionali in cui si prende atto della sentenza della Corte d’Appello di Torino del 21/06/2016 n. 1049 che riconosce “alle famiglie il diritto di usufruire… del tempo mensa attraverso la consumazione, negli stessi locali destinati alla refezione scolastica, del pasto preparato in ambito domestico in alternativa al servizio mensa erogato dalla scuola”.

Ci auguriamo un intervento immediato dell’amministrazione affinché qualunque ostacolo o presunto tale sia rimosso e affinché i cittadini vedano riconosciuti i loro diritti.

Infine, riteniamo doverose le immediate dimissioni dell’assessore Francesca Profili per aver sottovalutato in maniera sistematica la vicenda e per aver alimentato la sfiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini, omettendo loro informazioni tempestive e chiare. Il suo modus operandi, manifestamente inappropriato, continua a generare all’interno di tutta la comunità un pesante stato di disagio, preoccupazione e allarmismo che vorremmo cessasse.

Montepulciano lì 05/11/2017                                       

MoVimento 5 Stelle di Montepulciano