Le nostre mozioni ATO al Consiglio Comunale del 03-06-2015

movimento-5-stellenaz-logo _defIl giorno 03-06-2015 si è tenuto il consiglio comunale a Montepulciano. Finalmente dopo mesi, siamo riusciti a presentare due mozioni a cui veramente il M5S tiene molto.

La prima mozione riguarda la modifica della legge regionale che permette l’affidamento della raccolta dei rifiuti ad un Unico Gestore; la seconda la richiesta di annullamento della gara d’appalto ed contratto stipulato a causa del quale abbiamo avuto l’aumento della Tari, aumento che tutti i cittadini hanno potuto verificare personalmente.

Tali mozioni nascono dal lavoro congiunto di nostri attivisti, fra cui 2 avvocati, che, dopo circa un anno di studi normativi e di analisi dei dati economici, sono giunti alla conclusione che il sistema messo in piedi dalla Regione Toscana per la gestione dei Rifiuti faccia acqua da tutte le parti.

Senza entrare in tecnicismi (per chi volesse ci sono le mozioni disponibili nel sito www.rifiutopoli.it) possiamo fare un breve sunto della situazione:

A marzo del 2013 la gestione della raccolta dei Rifiuti è stata messa in gara per volere di una legge regionale (69/11) che obbligava le tre macro-aree toscane “ATO” Sud, Centro e Costa a servirsi di un GESTORE UNICO per tale servizio. E, in barba alla normativa europea che spinge verso un sistema in cui la CONCORRENZA deve primeggiare a discapito del MONOPOLIO, l’ATO SUD ha, per primo, attuato tale legge.

Per ATO SUD si intendono le 3 province di Arezzo, Grosseto e Siena.

Che cosa ha portato l’attuazione di tale legge?

Semplice: le amministrazioni locali, proprietarie in parte delle vecchie società (Sienambiente, Aisa, ecc.), hanno spinto affinché le stesse si unissero in un’unica società (SEI TOSCANA) e partecipassero a tale gara per evitare di perdere l’appalto della Gestione dei Rifiuti.

Cosa significa?

Che il bando di gara è stato redatto, ad avviso degli attivisti che per mesi hanno analizzato le carte, ponendo dei vincoli estremamente disincentivanti per chiunque non fosse il vecchio gestore o non sapesse con esattezza alcuni dati di costo reali che nello stesso bando non erano esplicitati.

Quali sono le conseguenze per i cittadini delle 3 province?

Che, per il servizio di raccolta e smaltimento negli impianti del 2014 in ATO SUD, paghiamo circa 186 milioni di Euro. L’attivazione del nuovo servizio ha comportato infatti un aumento secco dei costi di circa 12% rispetto all’anno prrifiutopoliecedente (siamo passati dai 166 milioni di Euro nel 2013 ai 186 del 2014) alla faccia delle economie di scala promesse dall’istituzione dell’area vasta.

Il sistema messo in piedi è costoso in quanto negli ultimi tre anni i costi sono aumentati di circa il 18% a fronte della diminuzione dei rifiuti prodotti di circa il 9%.

La sua inefficienza è tale che il 70 % di tali costi servono solo per tenere in piedi la “macchina” (vi chiedo di dirmi se conoscete una azienda privata regolare che riesca a stare in attivo con il 70% di costi fissi come voce di bilancio).

Non solo: i Comuni sono vincolati da un contratto con i gestori degli impianti di smaltimento estremamente svantaggioso in quanto economicamente disincentivante all’utilizzo del sistema di raccolta differenziata porta a porta (per non dire di quella puntuale).

Affermiamo ciò sulla base di dati reali e di dichiarazioni ufficiali da parte degli stessi membri dell’assemblea dei sindaci che compongono ATO. Dalle loro dichiarazioni e dalle nostre analisi viene fuori che i Comuni (cioè i cittadini) dovranno compensare di tasca loro i mancati guadagni delle società gestrici dovuti al calo di produzione di energia elettrica o biogas in virtù di una diminuzione di conferimento dei rifiuti rifiuti2negli impianti di incenerimento o di selezione e compostaggio.

Ciò che adesso raccontano le varie amministrazioni locali messe alle strette dalla nostra contestazione è e rimarrà una favola:

promettono di raggiungere entro il 2016 il 70% di raccolta differenziata e ridurre ad un massimo del 10% il conferimento in discarica. Ma senza azzerare il sistema messo in piedi, tale programma, non è economicamente fattibile. I costi, già allo stato attuale delle cose, andranno ad aumentare di circa 1 milione all’anno e nel 2018 ci troveremo a dover dare un conguaglio di circa 12 milioni di Euro; nel caso procedessimo con l’attuazione di un programma di aumento della RD i costi lieviteranno in modo esponenziale.

Non ne è convinto solo il movimento 5 stelle ma anche molte altre forze politiche di opposizione.

Non solo: ad aprile di quest’anno la Corte dei Conti ha dapprima deliberato un atto che supporta la nostra tesi di criticità contrattuali fra ATO e Sei Toscana (Del. 73/15) e poi ha aperto un’indagine che ha portato al sequestro della documentazione del bando di gara e del contratto stipulato.

I sindaci ed i consiglieri di maggioranza lo sanno bene. Esempio ne è Montepulciano:

Alla mozione in cui si impegnava il sindaco ad attivarsi con ogni tipo di attività amministrativa o politica volta ad ottenere la modifica della legge regionale 69/11, infatti, i consiglieri di maggioranza hanno bocciato la mozione in modo unanime, ubbidendo ad ordini calati dall’alto.

Diciamo ciò perché nessuno di loro ha avuto il coraggio di motivare tale scelta: Non vi erano infatti giustificazioni possibili da dare ai loro concittadini.

Ma quello che è successo durante la votazione della seconda è ancora più assurdo:

alla presentazione della mozione in cui si chiedeva l’annullamento di tale contratto, tutto il gruppo consigliare di maggioranza, per paura dell’indagine in corso, ha preferito uscire dall’aula e fare mancare il numero legale.

Se la maggioranza non avesse avuto il timore che la Corte dei Conti potesse definire il suo voto contrario come un atto di correità, avrebbe sicuramente bocciato la mozione, favorendo il proprio partito comunale, provinciale e regionale, a discapito delle tasche e soprattutto della salute dei propri cittadini.

Non tutti i Comuni sono così per fortuna! A Capalbio e nel sud Grossetano hanno preso la palla al balzo e, grazie alla nostra ricerca e agli studi del M5S hanno deciso di fare sentire la propria voce con l’assessore regionale e la dirigenza di Ato Sud. Lo stesso ci hanno promesso nelle commissioni anche i sindaci del Casentino; a loro dire, ed anche naturalmente secondo il M5S, i sindaci DEVONO tutelare i propri cittadini e non il partito.

Sembra un’affermazione banale ma evidentemente non lo è: non a Montepulciano, almeno, né in quasi tutti i comuni della provincia di Siena, ahimè!

I Consiglieri del MoVimento 5 Stelle di Montepulciano, in ogni caso, ripresenteranno la seconda mozione ad libitum, perchè è ora di comprendere molto bene le responsabilità di chi ci amministra e le reali volontà di questi signori.